Monastero del Buon Pastore

“Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare. Per questo i monasteri sono oasi in cui Dio parla all’umanità; e in essi si trova il chiostro, luogo simbolico, perché è uno spazio chiuso, ma aperto verso il cielo”. Così Benedetto XVI si soffermava sulle caratteristiche dell’uomo in preghiera durante l’udienza generale del 10 agosto 2011. Presentare il piccolo progetto di tinteggiatura di alcuni spazi del monastero (le sette celle, il refettorio, la cucina e il parlatorio) del Buon Pastore diventa l’occasione per parlare anche con la superiora, madre Giacinta, sulla presenza di questo polmone di spiritualità nella valle di Mompiano. Imbiancare, dopo 20 anni gli interni, significa anche rendere più salubri gli ambienti nei quali le suore trascorrono molto tempo, se pensiamo alle celle, per pregare.

Oggi parlare di preghiera può sembrare quasi fuori moda. Cosa significa per voi pregare?

Per noi pregare è vivere. Pregare è dialogare con Dio per sapere la sua volontà e metterla in pratica. La nostra preghiera è di lode e intercessione per l’umanità sofferente.

Qual è la storia della comunità?

Siamo nate dalla e nella Chiesa di Dio che è in Brescia, il nostro monastero è ad essa legato in maniera peculiare. Siamo state fondate dal vescovo mons. Corna Pellegrini nel 1901, perché pregassimo per la santificazione dei sacerdoti soprattutto quelli diocesani e per intercedere affinché si faccia un solo gregge, un solo Pastore come recita la preghiera di Gesù nel vangelo di Giovanni (10,16). Dal 1998 il Monastero del Buon Pastore si è trasferito nella nuova sede di via Lama 83 a Mompiano.

Su cosa avete puntato in questi anni?

Il nostro impegno quotidiano è la ricerca del volto di Dio che si rivela nei fratelli e sorelle che incontriamo e nella creazione che contempliamo.

Qual è il contatto con la comunità esterna? C’è uno scambio?

I nostri rapporti con l’esterno sono di accoglienza per le persone che si affidano alle nostre preghiere o per una parola di conforto. Lo scambio avviene attraverso gli incontri che ci arricchiscono spiritualmente perché in ogni persona c’è un tesoro da scoprire.

Come sono scandite le vostre giornate?

Le nostre giornate sono scandite tra preghiera, lavoro, e vita fraterna. Iniziamo la giornata con il canto delle lodi alle 6 e concludiamo la giornata con la celebrazione della Compieta alle 20.30.

Per mantenervi economicamente siete impegnate anche a livello lavorativo. Di cosa vi occupate?

A livello lavorativo, vista l’età non più giovane della nostra comunità, facciamo qualche lavoro di recupero di paramenti sacri e la scrittura di pergamene, che però non ci permetterebbero di sostenerci se non ci aiutassero le offerte di benefattori e l’immancabile Provvidenza.